Rifugio Trivena – Cima Trappola – Pale di San Martino

CORSO AVANZATO

Con il gruppo del “Corso avanzato” abbiamo affrontato due uscite su neve utilizzando le ciaspole, per muoversi su neve fresca su percorsi che nel periodo estivo sono i normali sentieri di escursionismo e per l’avvicina­mento ai rifugi.
Anche in questo caso come in tutti gli altri tipi di progressione in montagna sono richieste particolari conoscenze ed accorgimenti per la salvaguardia dell’incolumità personale e del gruppo, nonché l’interpre­tazione delle caratteristiche del manto nevoso.
Al rifugio Trivena la neve era abbondante. Dopo la fatica dell’ascesa ci siamo concessi un meritato svago con le slitte. I risultati comunque lasciano molto a desiderare.
Anche nell’escursione a Cima Trappola abbiamo trovato un discreto manto nevoso; il sole si è fatto desiderare, ma l’atmosfera era decisamente suggestiva. Al termine dell’escursione abbiamo condotto una simulazione di ricerca di persone travolte da valanga per mezzo degli appositi segnalatori artva e cercando l’infortunato con sonda.
A luglio c’è stato il trekking di tre giorni sulle Pale di San Martino. Da passo Rolle si sale in cima al monte Castellazzo per la rituale foto di vetta con il monumento del cristo pensante. Ma la meta del girono è ancora lontana: bisogna ridiscendere a fondo valle e risalire le pendici del Mulaz, dove è previsto il pernottamento nell’omonimo rifugio.
Il secondo giorno prevede subito l’ascesa in vetta al monte Mulaz a 2906m e poi la lunga traversata fino al rifugio Rosetta passando per il sentiero delle Farangole, dove passaggi su nevai e tratti attrezzati ci hanno messo alla prova.
L’indomani ascesa a cima Rosetta a 2743m, poi l’inevitabile ritorno verso passo Rolle tra verdi prati erbosi.

Monte Isola (660m)

DOMENICA 08 APRILE 2018

Percorso agevole che non presenta difficoltà e tempo splendido per iniziare il nuovo corso di alpinismo giovanile.
In pulman siamo giunti Sulzano a quota 200m, sulle sponde del lago d’Iseo e da lì abbiamo traghettato fino a Peschie­ra Maraglio su Montisola, la più grande isola lacustre d’Europa. Da qui, dopo un breve tratto sulla strada per la piccola frazione di Sensano, abbiamo imboccato un sentiero che s’innalza sull’isola tra bo­schi di latifoglie, tra piccoli appezzamenti di terreno coltivati a terrazzo e con splendida vista pa­noramica sul lago sottostante.
Giunti a Cure, piccola frazione a 475m di quota, la si costeggia e fra castagni si perviene al Santuario della Madonna della Ceriola a 600m di quota, punto più alto del nostro percorso.
Dopo il pranzo al sacco seduti sul pendio ad ammirare il lago nella sua intera lunghezza, ci siamo seduti attorno alla mappa topografica per imparare le fondamentali nozioni di orientamento con la bussola, per capire cos’è una mappa, come orientarla ed ad usarla correttamente.
La traversata in traghetto ha risvegliato in noi lo spirito di Pirati che esplorano l’isola verso il tempio della Ceriola, alla ricerca del tesoro nascosto. Ne da notizia un’antica leggenda, che indica nei pressi del Santuario, che domina Montisola, il luogo in cui “Morgan” nascose il tesoro. Un tesoro che andremo a cercare dopo avere superato la prova dell’incolla dito! Una falange di fortuna costruita dai vari gruppi durante la risalita delle pendici del monte.

Cima Croce di Perlè (1031m)

DOMENICA 22 APRILE 2018

Il gruppo del Corso di Perfezionamento oggi ha in programma Cima Crench, raggiunta tramite l’omonima ferrata. In discesa raggiungerà il resto del gruppo a Crone lungo il “Sentiero delle Cascate”.
Superato l’abitato di Pieve d’Idro sulla strada per Capovalle, all’uscita della galleria inizia la nostra avventura. Dal fondo del piazzale si prende una sterrata che con una curva a gomito a sinistra si immette sul sentiero n. 452 proveniente da Vantone d’Idro. Dopo breve tratto ci si trova ad ammirare il lago in tutta la sua lunghezza. Giunti presso un boschetto di pino silvestre, abbiamo appreso interessanti curiosità sul vischio, una pianta sempreverde parassita di numerosi alberi, soprattutto latifoglie e conifere.
Occorre aguzzare la vista in mezzo alle chiome degli alberi per riuscire a vederlo: e sue bacche sono trasportate e disperse dagli uccelli che se ne cibano in inverno, ma solo quelle che riescono ad insediarsi nelle intercapedini di un ramo iniziano a germinare.
Il sentiero prosegue fino a raggiungere una antica aia carbonile, ossia un piccolo spiazzo ricavato all’interno del bosco che veniva utilizzato per preparare il carbone di legna. Il procedimento di trasformazione da legna in carbone avveniva con la combustione lenta di grosse cataste di legna ricoperte di terra, procedimento che richiedeva particolare attenzione e maestria poichè si trattava di costruire un perfetto tronco di cono del diametro medio di 4-5 metri mediante la particolare disposizione di tronchetti di circa 1m. Quando l’asportazione della legna derivata dai tagli periodici risultava difficoltosa o particolarmente onerosa, sia per la distanza o magari per le condizioni del terreno, particolarmente accidentate, si preferiva optare per la sua trasformazione in carbone, di più facile ed economico trasporto.
Un piccolo ultimo sforzo ci porta in vetta alla Croce di Perlè. Panorami mozzafiato a 360° su Corna Blacca, Guglielmo, Manos, Tremalzo e tutto il lago.
I pirati ora devono preparare le scalette per salire sull’albero maestro, ma per riuscire a mettere insieme i vari pezzi bisogna superare le tremende domande su cartografia e orientamento al cospetto del terribile Morgan…

I Forti di Brione (360m)

DOMENICA 13 MAGGIO 2018

Fino al 1918 il Garda Trentino apparteneva all’impero austro-ungarico che, consapevole della posizione strategica di questo territorio, provvide a costruire una poderosa line difensiva, al cui centro si trova proprio il monte Brione. Oltre alle testimonianze ben visibili di quell’epoca, il Brione è oggi un biotopo (ovvero un’area protetta) per la sua flora tipicamente mediterranea e caratterizzato da un’elevata biodiversità. ll Brione ospita ben 817 specie vegetali, pari al  35% dell’intera flora trentina! Molte di queste sono specie rare o minacciate e alcune di esse crescono esclusivamente qui, sulle rive del lago di Garda. In particolare, si trova una straordinaria ricchezza di orchidee, di cui sono segnalate ben 26 specie.
ll punto di partenza del giro è il porto S. Nicolò a Riva del Garda; in prossimità del porto si erge una ex postazione militare, il Forte S. Nicolò, costruito dall’impero austroungarico nel 1861 ed ampliato nel 1911 è oggi sede del club sommozzatori. Dietro al fortino passa una pista ciclo-pedonabile che collega Riva del Garda a Torbole; oltrepassata la pista e salite le scale delle mura si arriva al cartello che indica l’inizio del sentiero della pace. Il sentiero è sterrato e sono presenti dei gradini lungo il percorso; il percorso è inoltre attrezzato con panchine e per la quasi totalità protetto da cordino metallico.
Diversi sono i punti panoramici dove potersi fermare e ammirare la splendida visuale del lago di Garda. Mano a mano che si sale il sentiero costeggia il fianco del Monte e attraversa campi di olivi tipici della zona ed in circa 30minuti di cammino si raggiunge il Forte Garda. Il Forte è stato costruito tra il 1904 ed il 1907 e poteva ospitare fino a 200 soldati; era una importante postazione di difesa militare durante la Grande Guerra.
Da qui continuando a salire si raggiunge la batteria di mezzo avamposto austro-ungarigo costruito agli inizi del 1900.
Il tempo questa volta è inclemente: nemmeno il tempo di addentare il panino e subito si scatena il diluvio! Fuggi fuggi generale alla ricerca di un riparo e fortunatamente poco sotto una galleria di guerra ci permette di terminare il pranzo ed aspettare il passaggio veloce di questo improvviso temporale. La discesa verso Riva è tra uliveti, lungo la strada asfaltata che ritorna al porto S. Nicolò.

Monte Castello di Gaino (866m)

DOMENICA 27 MAGGIO 2018

Il gruppo del Corso di Perfezionamento oggi ha in programma di raggiungere la cima di Monte Castello partendo da Toscolano, quindi un dislivello di circa 800m.
Il corso base parte dall’abitato di Fornico dopo essere passati sotto un volto in fondo alla piazzetta. Si sale lungo una stradina decisamente ripida; alcuni tratti sono cementati ma ogni sosta è una valida scusa per sedersi e riprendere fiato. Si continua a salire fino ad innestarsi sulla stradina che proviene da Navazzo e da qui si prosegue verso sx immettendosi sul sent. N°21 fino ad una sella panoramica. La strada per la vetta è ancora lunga, poi poco alla volta comincia a profilarsi la forma piramidale del Castello di Gaino; dopo un falso piano il sentiero riprende a salire con esposizione a nord, e qui occorre disimpegnarsi su gradini di roccia.
Superati i roccioni di cresta si giunge ad un poggio panoramico, e con un ultimo sforzo per la parte finale ripida del sentiero si giunge in vetta. La vista è impagabile sul lago e le cime circostanti, dal Baldo al Tombea, dal Pizzocolo al Caplone.
Sfruttiamo il terrazzo panoramico per continuare ad esercitarci sull’uso della cartina topografica e della bussola per l’orientamento.
La discesa sullo stesso sentiero ci mette alla prova nuovamente sulle rocce e poco più sotto, in un prato in prossimità di un appostamento di caccia, la seconda parte delle esercitazioni riguarda i nodi.

Altissimo di Nago (2079m)

DOMENICA 10 GIUGNO 2018

Il percorso si svolge sul versante sudest del Monte Altissimo di Nago, massiccio formato prevalentemente da rocce sedimentarie: calcari e dolomie. L’habitat è di alta montagna ed é caratterizzato dalla presenza di cespugli subalpini, pascoli e ambienti rupestri. Quest’area, oltre all’interesse floreale é importante anche per il passaggi di flussi migratori. Nel bosco si cammina su fondo misto tra sottobosco e sassi fino ad uscire dal bosco. Si cammina ora su fondo erboso o sassoso e la vista del monta da salire è imponente davanti a noi.
Raggiunto il rifugio Graziani, proseguiamo la salita lungo un’ampia strada carrabile. Questa strada militare è stata costruita a cavallo della Prima Guerra Mondiale per volere del Generale Graziani, responsabile del settore alla fine del conflitto. Per la costruzione furono impiegati anche i Legionari Cecoslovacchi che la chiamavano la strada per Praga. Sulla Cima, in particolare sull’anticima nord, dove sorge la chiesetta, troviamo il settore fortificato dai soldati italiani. Ci sono diversi ingressi alle gallerie sotterrane, gallerie che erano tutte collegate tra loro e con l’osservatorio, le postazioni in caverna per le mitragliatrici, le postazioni per i cannoncini antiaerei, le trincee e i camminamenti che circondavano tutto il perimetro.
Gli ampi prati di vetta ci permettono di ripassare le nozioni di cartografia e di ammirare tutto l’alto Garda da una terrazza esclusiva.
Anche questa lunga giornata volge al termine, ma la discesa sembra interminabile!

Sass de Putia (2875m)

SABATO 23 / DOMENICA 24 GIUGNO 2018

Uscita conclusiva dei due corsi per una bella esperienza di pernottamento in rifugio. Si parte da passo delle Erbe, a 2000m di quota. Iniziamo in leggera salita in direzione sud, seguendo la strada sterrata 8A. Arrivati a Munt de Formela, giriamo in direzione sud-est, mantenendo il segnavia 8A. Alla fine dei prati la strada sterrata finisce e continuiamo a seguire il sentiero 8A. Da qui inizia la nostra salita. A quota 2.100mt incrociamo il sentiero n° 4, che risalendo un facile canalone ci porta fino alla forcella de Putia, 2357mt.
La parte faticosa della giornata è finita. Da qui in circa mezz’ora raggiungiamo il rifugio Genova che si trova poco più in basso a 2.297m. Il pomeriggio è ancora lungo, così abbiamo il tempo di salire a passo Poma e da qui per il sentiero n°7,  in meno di 20’ fino al Col di Poma.
La sera è dedicata al grande torneo di fine corso, che mette in palio una bussola ed un libro sulla frequentazione delle montagna. I partecipanti al corso base sono impegnati in una gara di nodi, mentre il corso avanzato dovrà attrezzare una cordata.
La domenica ripercorriamo il tracciato del giorno precedente fino alla forcella, ma questa volta non siamo i soli in quei prati, addirittura alcuni di noi hanno avuto un faccia a faccia ravvicinato con una marmotta! Prendiamo il segnavia 4A, che risalendo il pendio erboso ci porterà fino a quota 2.735m, alle pendici del Putia.
Qui i due gruppi si dividono. Il corso base prosegue non senza fatica verso i 2813m dell’anticima, un panettone molto brullo alla sinistra del Sass. La soddisfazione è molta!
Il gruppo avanzato si cimenta nel tratto attrezzato che porta fino alla cima a quota 2875m.
Dopo esserci goduti lo spettacolare panorama cominciamo la discesa fino alla forcella de Putia. Da qui compiamo in senso antiorario il lungo periplo del Putia seguendo in sequenza il sentiero n° 35, 8B ed infine 8A, che ci riporta al Passo delle Erbe. Il panorama non ha eguali, immensi prati verdi ci accompagnano fino alla estrema punta orientale del Putia e da qui si cominciamo ad intravedere i prati che ci hanno visto partire il giorno prima da passo delle Erbe.