Descrizione Progetto

Alpinistica di fine estate “Monte Emilius m. 3559” Valle d’Aosta. Per questa escursione siamo “solo” in 7 partecipanti circa la metà di quelli preventivati; peccato ma probabilmente qualcuno si sta ancora godendo le meritate ferie. Partiamo, comunque, come sempre ben motivati nonostante il cielo sopra Castiglione è di un colore che non presagisce nulla di buono.Dopo circa tre ore arriviamo ( piuttosto contrariati dalle spese di viaggio sempre in continuo aumento) a Pila famosa stazione sciistica a balcone sulla città di Aosta servita oltre che dalla strada rotabile anche da una funivia che parte direttamente dalla città; per questo motivo, tale località, risulta sempre molto frequentata sia in inverno che in estate. Già dal parcheggio si capisce il perché della scelta della posizione di questo insediamento. Il panorama si presenta da subito estremamente interessante e di grande fascino con la vista su alcune delle cime più alte delle alpi: Gran Combin, Monte Rosa, Monte Bianco, Cervino ecc. . Se durante l’inverno la località è super frequentata dagli sciatori anche per il periodo estivo i responsabili si sono inventati il modo per renderla interessante organizzando un circuito di discesa per le mountabike. Infatti al nostro arrivo era in corso una gara a livello internazionale. Calzati gli zaini individuiamo il sentiero e cerchiamo di allontanarci il più possibile in fretta da tutta questa confusione. Il cielo non promette per la giornata nulla di buono ma per l’avvicinamento al rifugio può andar bene lo stesso. Il luogo per tutti noi è una novità e per tale motivo il desiderio di esplorazione del territorio è grande. Ancor prima di giungere al rifugio, comunque già visibile, facciamo una digressione verso una cima secondaria e raggiuntala, alcuni di noi, proseguono per una successiva e invitante cresta verso ulteriori visibili cime secondarie. A sera ci ritroviamo tutti al rifugio Arbolle molto confortevole e sembra anche di recente costruzione. Il rifugista poi, scopriremo, essere un nostro conterraneo, addirittura originario di Asola. Con l’arrivo di numerosi escursionisti, un pò alla volta, il rifugio si rianima; in seguito scopriremo che la maggior parte di loro, l’indomani, seguiranno il nostro stesso percorso. Il dopo cena viene ravvivato dalla proiezione di un filmato su Walter Bonatti, peraltro già visto ma che fa sempre piacere rivedere. Il mattino seguente ci saluta con un cielo terso che ci invita a partire e ci rassicura per il proseguo della giornata. Il sentiero inizia in maniera tranquilla e la salita è gradevole fino sotto al passo dei “Tre Cappuccini”; qui ora la salita si fa più ripida e per circa 200 m. di dislivello mette a dura prova le nostre gambe. Arrivati al passo inizia la parte più delicata della salita; ora dobbiamo affrontare una cresta costituita da sfasciumi dove l’individuazione del percorso risulterà piuttosto complicata. Alla fine dopo innumerevoli cambi di direzione arriviamo in vetta al Monte Emilius m. 3559.   Panorama meraviglioso a 360°: Monte Rosa, Cervino, Monte Bianco, Gran Combin, Gran Paradiso, La Grivola, ecc.ecc. ecc.. Siamo fortunati perché nella individuazione delle vette siamo supportati dalle indicazioni di un gruppo di signore residenti nella zona. Per riconoscenza, alcuni di noi, durante la discesa, si attiveranno per dare una mano al gruppo a districarsi nella scelta del percorso migliore e più sicuro. Giunti di nuovo al rifugio veniamo consigliati dal rifugista di ritornare a valle percorrendo un sentiero diverso da quello di salita molto più interessante dal punto di vista ambientale. E così effettivamente sarà; percorriamo in discesa un sentiero scavato nella roccia molto ripido ma estremamente suggestivo e selvaggio. Arrivati sul fondovalle attraversiamo un susseguirsi di alpeggi con edifici storici molto interessanti. Finalmente gradatamente ci avviciniamo alle macchine, sicuramente provati dai quasi 2000 m di dislivello ma sicuramente soddisfatti per questa magnifica escursione che ci ha portato in una parte della Valle D’Aosta fino ad ora sconosciuta.

Mauro Bettoncelli