Descrizione Progetto

Finalmente dopo diversi tentativi andati a vuoto negli anni passati, causa principale il maltempo, riusciamo a mettere nello zaino il Monte Cadria chiamato anche, non si conosce il perché, il “Geometra”. Montagna più elevata delle Alpi di Ledro, è stata come moltissime vette di questa zona, testimone della prima guerra mondiale.Infatti lungo i suoi pendii sono ancora evidenti i numerosissimi segni come grotte, ricoveri e trincee costruiti dai soldati dei due schieramenti che si fronteggiavano durante il conflitto. Parcheggiamo le auto in loc. Deserta piccolo borgo di case sparse e, con un cielo che non promette niente di buono, ci dirigiamo su strada ancora asfaltata verso malga Ringia. Da qui inizia, con il sentiero n. 448, il vero percorso che ci porterà in poco più di 2 ore al primo obbiettivo: pozza di Cadria. Lo stradello all’inizio risulta comodo ma via via che si sale si fa sempre più impervio a causa anche di una deviazione dovuta ad una frana che lo interrompe in più punti. Il tracciato del nuovo sentiero proprio perché è di recente realizzazione risulterà impegnativo, da non sottovalutare e da percorrere con una certa attenzione. Arriviamo comunque tutti anche se affaticati alla pozza di Cadria e in breve alla bella malga Cadria che, dato il periodo, troveremo disabitata. E’ il momento di un po di ristoro e di ingerire qualche sostanza calorica per ricaricare le energie che ci serviranno per affrontare la seconda parte del percorso quella tecnicamente e fisicamente più impegnativa.   Dopo qualche discussione si decide che il gruppo originario si divida in due gruppi distinti; il primo continuerà lungo il percorso che raggiunge la cima del Monte Cadria mentre il secondo attenderà il ritorno di alcuni accompagnatori per ridiscendere a valle con l’accordo di ritrovarci tutti a malga Ringia.   Cosi deciso ripartiamo verso la cima; il sentiero s’ inerpica sul ripido versante e da subito sono evidenti i segni degli insediamenti della Grande Guerra. Lo stesso sentiero che stiamo percorrendo fu realizzato dai soldati che presidiavano la montagna. Alcuni passaggi esposti sono stati ultimamente protetti da cordino in acciaio ma camminando con attenzione il percorso non presenta grandi difficoltà tecniche e può essere affrontato da qualsiasi escursionista che abbia un minimo di esperienza di montagna. Il tempo rimane ancora nuvoloso ma salendo di quota ci accorgiamo che le nubi si stanno diradando e come per magia il sole fa la sua comparsa relegando verso il basso tutto il mare di nubi che prima ci sovrastava. Raggiungiamo la cima e il panorama che ci si presenta è a dir poco fantastico. Noi in cima al mondo, ci viene da dire. E in effetti è questa la sensazione che si prova in queste circostanze. La moltitudine di cime che emergono sono paragonabili a isole sparse nel mare di nubi sottostante. Dopo aver fatto incetta di cime con gli ultimi ritrovati della tecnologia, mentre due accompagnatori ritornano dal percorso di salita per ricongiungersi con il gruppetto a valle, noi riprendiamo l’escursione lungo il versante settentrionale della montagna percorrendo un tratto del “sentiero della pace”. Scendiamo per un lungo tratto facendo molta attenzione ai numerosi tratti scoscesi fino ad individuare e a valicare Bocca Trovai peraltro per nulla segnalata. Individuiamo la traccia di sentiero come da relazione e scendiamo lungo una bellissima valle che ci porterà a malga Pura. Da qui su stradina sterrata raggiungiamo malga Ringia dove dopo una breve attesa ci ricongiungiamo con il resto del gruppo.

Mauro Bettoncelli