Descrizione Progetto

Mercoledì mattina, in questo periodo di instabilità, il meteo finalmente promette bene, puntuali all’orario prestabilito, si parte in direzione Brescia, dove presso il parcheggio dell’Outlet Franciacorta ci attendono gli amici di Desenzano e Botticino, con i quali formiamo un gruppo di 15 elementi: sei donne e nove uomini.

A Cividate Camuno si devia verso Borno e attraversato il centro abitato, seguendo le indicazioni si prosegue per una ripida e strettissima stradina raggiungendo la località Navertino.
Parcheggiate le auto, ci si incammina su una carrareccia forestale oltrepassando il lago artificiale di Lova e continuando nel bosco con pendenze abbastanza costanti, ma con rari tratti pianeggianti, fino a raggiungere i pascoli aperti in cui la pendenza si addolcisce, consentendo un discreto recupero.
Oltrepassati i prati, ad un bivio un cartello ci indica di lasciare la stradina per risalire un pendio dove radi larici, fortunatamente, offrono pause ombreggianti al sole che inizia a farsi rovente. Il sentiero però rimane esposto a sud-est ancora per poco, e girando a sinistra aggirando il versante nord del monte Arano, si entra nuovamente nel bosco che con leggeri saliscendi ci porta al primo piccolo laghetto di Varicla, superato il quale, risalendo un breve tratto tra i massi di un’antica frana, si giunge al rifugio Laeng, sotto la parete est del Pizzo Camino e poco distante dal più “grande” secondo laghetto di Varicla.
Il punto più alto dell’escursione è raggiunto, ma il rifugio Laeng è chiuso, pertanto ci rifocilliamo, chi mangiando al sacco sui tavoli esterni e condividendo la meritata pausa relax, chi crogiolandosi al sole, chi ricercando l’ombra del portichetto d’ingresso.
Terminata la pausa è ora di rientrare ripercorrendo lo stesso tragitto di andata, fino a poco sopra il lago di Lova dove incontriamo un gentile giovanotto, che ci rivelerà essere il guardiano della diga, oltre che accompagnatore CAI Giovanile della sezione locale, il quale ci indica una scorciatoia per arrivare direttamente al piccolo bacino idrico, sulle sponde del quale sorge un tipico “rifugio” di bassa quota in cui possiamo dissetarci con qualcosa di fresco.
Ormai solo un breve tratto di stradina ci separa dalle auto e dal rituale e bene augurante arrivederci prima del rientro a casa, soddisfatti per la bella gita in una giornata radiosa.

Franco Brigoni